sabato 12 settembre 2009

SENSE LAG - Giordano Pariti


Sense Lag Giordano Pariti

a cura di Francesca De Filippi

Galleria Rivaartecontemporanea, Via UmbertoI, Lecce

opening 3 ottobre 2009 ore 19,00

3 |31 Ottobre

In occasione della quinta edizione della Giornata del Contemporaneo, manifestazione organizzata da AMACI(Associazione Musei d’Arte Contemporanea) che si prefigge di presentare artisti e nuove idee attraverso mostre, laboratori, eventi e conferenze, la galleria Rivaartecontemporanea di Lecce espone le opere di Giordano Pariti (1969, Melendugno-Le), un artista che coniuga l’uso del mezzo fotografico con un linguaggio personale capace di tradurre in immagini il complesso mondo delle relazioni umane.

Partito dalla musica - è infatti flautista presso l’Orchestra Provinciale Tito Schipa di Lecce - Giordano Pariti è approdato alle arti visive sospinto dalla naturale predisposizione a guardare nel profondo delle cose e a cercare di raccontarle per esorcizzarne l’impatto emotivo con se stesso e con l’esterno. In Sense Lag tenta di svelare quello scarto tra la consapevolezza del se e dell’altro, di rintracciare quella perdita inevitabile di energia prodotta dalla relazione dei singoli e tra i singoli, e di ricomporre la dispersione derivata dall’incompatibilità tra il soggetto e la sua immagine.

In mostra, cinque fotografie di grande formato disegnano una prospettiva a “sviluppo multiplo” delle possibili connessioni tra persone che, casualmente o causalmente, sviluppano una relazione. Grandi ritratti, volti affiancati, interconnessi dal complesso sistema dei rapporti umani, si risolvono in immagini quasi ieratiche dove l’uno percepisce la presenza dell’altro come un fatto del tutto naturale scaturito da una scelta o più semplicemente da una cognizione di causa. Dalla fissità delle espressioni emerge però una rottura, provocata dal grado di entropia che appartiene a tutte le cose. L’artista cattura quel grado di realtà inafferrabile in uno scatto, sul quale poi interviene in postproduzione sconfinando i limiti del giudizio fino a “fendere” i soggetti per esibirne l’indefinibilità dei contorni, fisici ed emotivi. Distingue ciò che è palese da ciò che non lo è, e l’immagine subisce così uno sfasamento, si rifrange producendo uno scarto che equivale al rapporto tra se stessi e il proprio doppio. Un pieno atto di coscienza diventa perciò un ipotesi chimerica, tanto più se vincolata ad una rete di relazioni tra più individui.

Sense Lag – Giordano Pariti

a cura di Francesca De Filippi

Galleria Rivaartecontemporanea, Via UmbertoI, Lecce

tel. 0832245933 | +39 3337854068

email danilo@rivaartecontemporanea.it

In Collaborazione con AMACI per la Quinta Giornata del Contemporaneo

www.amaci.org

info@amaci.org

mercoledì 17 giugno 2009

Responsabilità sociale dell'arte

Responsabilità sociale dell’arte

Dagli anni Sessanta fino agli inizi del nuovo millennio l’arte ha subito un profondo processo di estetizzazione penetrando il reale a tal punto da identificarsi quasi con esso. Per tutti gli anni Novanta si è assistito ad una profusione di prodotti ed interventi che guardavano al mondo con un sottile spirito di no-sense che esaltava più le qualità formali della rappresentazione. Negli ultimi anni è avvenuto un significante cambio di rotta che ha indirizzato l’arte verso scenari sempre più penetrati nella realtà, vaporizzandola nella quotidianità e configurandola come un vero e proprio habitat. E’ fatto noto che l’arte ha da sempre incarnato lo Zeitgeist, ovvero lo spirito del tempo in cui agisce, gode quindi di una natura duttile, camaleontica, si forma sulle coordinate spaziotemporali dell’”oggi” e informa il presente. Fa parte della sua stessa essenza, dunque, essere informazione, comunicazione, messaggio, che nella contemporaneità, però, tende a diventare una comunicazione “turbata”, volta cioè, più o meno consapevolmente, a instillare negli animi un cortocircuito emotivo tale da indurre ad una riflessione più attenta sullo stato delle cose. Il legame stretto con i temi sociali è inevitabile: gli artisti guardano, osservano, prelevano questioni, argomenti, concetti e li traducono con il proprio linguaggio che si fa sempre più universale e meno elitario. In molta arte contemporanea, dalla nuova figurazione, al pop surrealism, alla newmedia-art fatti di cronaca, di politica, di attualità filtrano la soggettività dell’artista, una soggettività che si oggettivizza nella capacità di trasfigurare e trasmettere la realtà attraverso codici accessibili alla moltitudine. Se è vero che gli artisti sono gli animi più sensibili e, per dirla alla Pseudo Longino, sono degli “invasati”, hanno cioè il dono di ricevere e percepire i principi archetipici, di avvertire il Sublime, la totalità arcana dell’esistenza, costituiscono un “anello di congiunzione” indispensabile tra l’umanità e il proprio tempo. Effettivamente, allo stato attuale, più che di responsabilità, si potrebbe parlare di inevitabilità sociale dell’arte. La situazione socio-politica-culturale del presente è talmente fragile, precaria, ma anche intensa e impegnativa, che l’arte, senz’altra possibilità per la sua stessa natura, non ha altra scelta se non quella di essere il tramite con il mondo.

francesca de filippi